Un ragazzo gay di 21
anni si toglie la vita la notte del 28 ottobre buttandosi dall’undicesimo piano
di un palazzo, a Roma. Era uscito di casa dicendo ai genitori che avrebbe
passato una serata con gli amici, mentre in realtà aveva altri programmi. Aveva
scritto una lettera, in cui denunciava l’omofobia presente in Italia, dicendo: ‘Sono gay. L’Italia è un Paese libero ma
esiste l’omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la
propria coscienza’.
Il suo è un grido
d’aiuto che, come tanti altri, cerca di far uscire l’Italia dalla sua
mentalità chiusa. Infatti, negli ultimi 12 mesi, sono stati contati più di
altri 4 suicidi compiuti da giovani gay di Roma. In Italia poi si stima che 4.000
giovani, ogni anno, si tolgono la vita perché vittime di atti di bullismo.
La polizia sta indagando per cercare di scoprire che
motivazioni aveva questo ragazzo per compiere un atto così tragico e chi siano
i colpevoli che, ora come ora, staranno facendo i conti con la propria
coscienza. Si parlerebbe di istigazione
al suicidio e la polizia sta cercando di capire perché questo ragazzo abbia
scelto proprio l’undicesimo piano di quel palazzo, dato che non era nel suo
quartiere, per togliersi la vita, perché potrebbero esserci dei legami con quell’edificio
che potrebbero mettere in luce particolari importanti.
Inoltre, dopo tutti questi casi di suicidio, anche da parte
di ragazzi molto più giovani, si sta attendendo l’approvazione del Parlamento
per una legge contro l’omofobia; su
questo fronte ci sono però voci contrastanti.
La maggior parte della gente pensa che questo ragazzo avesse
ragione e questo è uno dei tanti commenti a riguardo: ‘La sua disgrazia non era essere gay, la sua disgrazia era essere nato
in Italia. Un Paese dove mezzo Parlamento si oppone rabbiosamente , con tutte
le sue forze, ad una legge contro l'omofobia’.
C’è chi, invece, pensa che questo ragazzo esagerasse e che
non avendo fonti concrete per stabilire le cause che lo hanno portato a
compiere un atto così disperato dice: ‘Con
tutto il rispetto per il problema in questione, questo mi pare uno slogan da
busta di patatine o da lattina di bibita’.
Quanto alla mia opinione, penso che l’Italia sia un paese
con una mentalità molto chiusa, anche per via della Chiesa e della sua cultura;
penso però che molte di queste discriminazioni siano frutto del pensiero di
molte persone che si fanno trascinare dalla massa. Non sono sicura che una
legge contro l’omofobia possa risolvere del tutto questo terribile dramma
presente in questo Paese, ma penso che potrebbe controllarlo maggiormente, come
è avvenuto con la legge contro il razzismo.
Flaminia Guerra
4 Novembre 2013