lunedì 4 novembre 2013

Ragazzo gay di 21 anni si butta dall’undicesimo piano di un palazzo: il suo è un grido d’aiuto!

Un ragazzo gay di 21 anni si toglie la vita la notte del 28 ottobre buttandosi dall’undicesimo piano di un palazzo, a Roma. Era uscito di casa dicendo ai genitori che avrebbe passato una serata con gli amici, mentre in realtà aveva altri programmi. Aveva scritto una lettera, in cui denunciava l’omofobia presente in Italia, dicendo: ‘Sono gay. L’Italia è un Paese libero ma esiste l’omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza’.
Il suo è un grido d’aiuto che, come tanti altri, cerca di far uscire l’Italia dalla sua mentalità chiusa. Infatti, negli ultimi 12 mesi, sono stati contati più di altri 4 suicidi compiuti da giovani gay di Roma. In Italia poi si stima che 4.000 giovani, ogni anno, si tolgono la vita perché vittime di atti di bullismo.

La polizia sta indagando per cercare di scoprire che motivazioni aveva questo ragazzo per compiere un atto così tragico e chi siano i colpevoli che, ora come ora, staranno facendo i conti con la propria coscienza. Si parlerebbe di istigazione al suicidio e la polizia sta cercando di capire perché questo ragazzo abbia scelto proprio l’undicesimo piano di quel palazzo, dato che non era nel suo quartiere, per togliersi la vita, perché potrebbero esserci dei legami con quell’edificio che potrebbero mettere in luce particolari importanti.

Inoltre, dopo tutti questi casi di suicidio, anche da parte di ragazzi molto più giovani, si sta attendendo l’approvazione del Parlamento per una legge contro l’omofobia; su questo fronte ci sono però voci contrastanti.
La maggior parte della gente pensa che questo ragazzo avesse ragione e questo è uno dei tanti commenti a riguardo: ‘La sua disgrazia non era essere gay, la sua disgrazia era essere nato in Italia. Un Paese dove mezzo Parlamento si oppone rabbiosamente , con tutte le sue forze, ad una legge contro l'omofobia’.
C’è chi, invece, pensa che questo ragazzo esagerasse e che non avendo fonti concrete per stabilire le cause che lo hanno portato a compiere un atto così disperato dice: ‘Con tutto il rispetto per il problema in questione, questo mi pare uno slogan da busta di patatine o da lattina di bibita’.


Quanto alla mia opinione, penso che l’Italia sia un paese con una mentalità molto chiusa, anche per via della Chiesa e della sua cultura; penso però che molte di queste discriminazioni siano frutto del pensiero di molte persone che si fanno trascinare dalla massa. Non sono sicura che una legge contro l’omofobia possa risolvere del tutto questo terribile dramma presente in questo Paese, ma penso che potrebbe controllarlo maggiormente, come è avvenuto con la legge contro il razzismo.

Flaminia Guerra
4 Novembre 2013

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